lunedì 13 dicembre 2010

L'abbraccio, potente antidoto della solitudine


Un abbraccio è un gesto volto ad esprimere affetto o amore, consistente nello stringere le braccia e le mani attorno al corpo di un'altra persona.
Si tratta di una delle forme di effusione più diffuse fra gli umani, insieme al bacio.
Rispetto a quest'ultimo, però, viene di norma considerato un'espressione di generico affetto, tanto è vero che nella maggior parte delle culture e società può essere praticato indifferentemente fra familiari e amici, oltre ovviamente che fra amanti, senza limitazioni di sesso o di età e tanto in pubblico quanto in privato senza incorrere in alcuna forma di stigmatizzazione o riprovazione sociale.
In generale, un abbraccio può rappresentare un'effusione romantica o una generica forma di affetto verso una persona, ad esempio un modo per manifestare gioia o felicità nell'incontrare o salutare qualcuno. Alternativamente, un abbraccio può essere volto a confortare o rincuorare qualcuno.
In definitiva, si tratta di un gesto che esprime affetto in una vasta gamma di gradi.
Esistono evidenze scientifiche secondo le quali gli abbracci avrebbe un effetto benefico a livello fisiologico: alcuni studi avrebbero infatti dimostrato come essere abbracciati aumenti il livello di ossitocina e abbassi contemporaneamente la pressione sanguigna.
Pur essendo particolarmente diffuso fra gli esseri umani, l'atto di abbracciare non è esclusivo di questa specie, in quanto sono state osservate forme equivalenti di questa effusione fra diversi mammiferi, specialmente fra le scimmie antropomorfe, tra le quali è un elemento importante per la coesione sociale, come anche il grooming ampiamente descritto dagli etologi, cioè l'operazione di spulciamento reciproco.
Sul tema dell'abbraccio è uscito di recente il delicato e profondo libretto scritto da David Grossman, corredato dalle splendide ed eteree illustrazioni di Michal Rovner (Mondadori, 2010).
E' un breve, folgorante apologo sulla solitudine e sull'amore, scritto da uno dei più amati autori della grande letteratura contemporanea, e illustrato con i disegni di Michal Rovner, un'artista nota in campo internazionale, che ha esposto anche al Madre di Napoli e di cui è in allestimento una personale al Jeu de Paume di Parigi.
Piccolo libro, elegante e raffinato, L'Abbraccio è quasi un dono di David Grossman ai suoi lettori, perché ne facciano a loro volta dono alle persone che amano.

L'individulaità e l'unicità di ciascun individuo presuppongono la solitudine.
Come fare a superare la solitudine indistricabilmente scaturente dalla consapevolezza dell'unicità di se stessi come singolo individuo?
Una madre, camminando con il proprio figlio, gli dice che lui è unico. Il bambino le risponde che questa unicità lo spaventa, perchè lo fa sentire solo e, a sua volta, chiede alla mamma, se anche lei sia unica e se questa consapevolezza non la faccia sentire sola.
Anche le formiche a prima vista così uguali, sono uniche secondo la mamma.

Il bambino con una sua logica stringente ribatte che se tutti sono unici, allora tutti sono soli.
La mamma gli dice che questo è vero: anche lei è unica e sola come lui, ma se si abbracciano non sono più soli.

"Allora abbracciami", dice il bambino. La mamma allora lo stringe a sé, sentendo il cuore del bambino battere forte e lasciando che lui potesse sentire di rimando il suo.
"Adesso non sono più solo"
si disse il bambino.
E così la madre gli spiegò che era per questo che era stato inventato l'abbraccio.

Noi contemporanei ci siamo dimenticati della potenza e dell'intimità di un abbraccio
Un esperto di piscologia della coppia asserisce che, oggi, molti non sono più in grado di abbracciare (e soprattutto di mantenere a lungo l'abbraccio), perchè non riescono a reggere l'intensità della comunicazione non verbale e il grado di intimità che, proprio attraverso l'abbraccio, si realizzano.
L'abbraccio è un modo di stabilire un contatto, consolidando il senso di unione e di appartenenza, a prescindere dalla dimensione dell'Eros (che non ne è l'unica componente, anche se ne costituisce l'humus fertile, considerando l'Eors nel senso più universale possibile).
Il inguaggio dell'abbraccio è veramente universale.
L'apologo di Grossman ci riconduce a questo significato primigenio dell'abbraccio, riallacciandosi senza volerlo al movimento dei "free hugs", inventato dall'australiano Juan Mann che cominciò a mettere in pratica la libertà di ricevere e dispensare abbracci "gratis" (free hugs, appunto).
Chi ha praticato i free hug può testimoniare che si tratta di un'esperienza davvero intensa (ed anche gratificante), sia per chi dispensa gli gli abbracci, sia per chi li riceve, proprio perchè nell'abbraccio c'è una totale reciprocità e si attiva un dono scambievole, se soltanto si riesce a venir fuori dalle interpretazioni monocordi, monolitiche e sostanzialmente prive di fantasie dell'immaginario televisivo, omologante e piatto.


Dal sito Free Hugs. Abbracci liberi. La libertà di regalare abbracci
(liberamente modificato).
A volte ricevere un abbraccio è tutto ciò che ci serve. “Free Hugs” (abbracci gratis. ma anche liberi) è la reale e controversa storia di un ragazzo australiano: Juan Mann, un uomo ed il suo obiettivo, l’unico ed importante, quello di raggiungere una persona sconosciuta ed abbracciarla, illuminando e portando gioia alla vite di entrambi.
In questa epoca di separazioni sociali e di mancanza di contatti umani gli effetti della campagna di abbracci liberi lanciata da Juan Mann sono sensazionali. Mentre Juan Mann, icona di una nuova umanità, spargeva la speranza per la città, la polizia e l’amministrazione pubblica vietarono la campagna per la diffusione degli abbracci.
Quello che successe poi e di cui siamo testimoni rappresenta la vera essenza di una umanità che si unisce, unione che diventa un’onda e che si diffonde per il mondo divenendo fonte di ispirazione e di crescita.
Furono raccolte 10,000 firme per chiedere di annullare i divieti, e il 22 settembre 2006 il filmato sugli abbracci di Juan Mann fu messo on-line su youtube, raggiungendo in un mese il tetto di ben 4 milioni di download.
Tanti presero ad emularlo ed il movimento dell' “abbraccio libero” si diffuse nel il mondo.

Chiunque, volendolo, puà diventare un "freehugger", scendere per strada a liberare abbracci, liberando se stesso abbracciando.
In fondo, se si riuscisse a condividere anche un solo abbraccio, ciò sarebbe un grandissimo dono che si fa e si riceve… e il mondo sarebbe sicuramente migliore.

Il libro di Grossman si innesta proprio in questo filone di pensiero, fornendone una rappresentazione delicata e poetica.

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